È il risultato di uno studio coordinato da Joel Voss, della Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago.
Pubblicato sulla rivista Neurology, lo studio ha coinvolto 16 anziani di 64-80 anni, tutti con qualche fisiologico ‘acciacco’ della memoria dovuto all’età.
Gli esperti hanno utilizzato una risonanza per localizzare nel cervello dei partecipanti il centro della memoria – l’ippocampo. Dopo di che sempre con la risonanza hanno localizzato per ciascuno la zona di corteccia cerebrale più in contatto con l’ippocampo per capire il punto preciso della testa dove poggiare la sonda della TMS.
La sonda poggiata sulla testa invia al cervello impulsi elettromagnetici modificando l’attività cerebrale dell’area bersaglio.
Gli anziani sono stati inizialmente sottoposti a una serie di test di memoria totalizzando una media di meno del 40% di risposte corrette (in media un giovane risponde correttamente agli stessi test nel 55% dei casi). In seguito gli anziani sono stati sottoposti per 20 minuti al giorno (per 5 giorni di seguito) alla TMS; dopodiché nuovi test mnemonici sono stati effettuati. Gli anziani presentavano un miglioramento della memoria comparabile alle prestazioni di un giovane. Nessun miglioramento è stato riscontrato quando è stata applicata loro una finta stimolazione cerebrale.